sabato, maggio 25, 2002

The Guardian Interview

Nuova intervista di Colin rilasciata al giornalista di The Guardian Lesley O'Toole, nella quale l'attore parla dei suoi nuovi film: Hart's War, Minority Report e il nuovo The Farm. LINK

Interpretare un presuntuoso avvocato laureato a Yale deve essere stata una sfida per te.
Uno dei ruoli più difficili che abbia interpretato. Tommy Hart è così composto e a modo. C'era sempre una vocina dentro di me che urlava "Chiudi la cazzo di bocca amico, sei stato fortunato. Comincia a rendertene conto e fattene una ragione!". La sua vita, il suo modo di agire, è frutto della sua educazione. Sono stato a Yale un paio di settimane per capire quale fosse il suo mondo.



Difficilmente, quando si pensa a te, viene in mente una persona composta e a modo.
Già. E parlare così lentamente è stata una delle cose più difficili da imparare, dato che sono uno che parla alla velocità della luce! Ma il mio coach di dizione mi ha aiutato molto. Ovviamente vado molto peggio quando improvviso, ma quando prendo famigliarità con una battuta, comincio a sentirmi più a confidente. Si tratta solo di allenamento, bisogna ripetere, ripetere e ancora ripetere e questa è ovviamente una cosa che non mi esalta particolarmente!

Cosa ci dici di Bruce Willis?
E' fantastico. Lavora davvero duramente. Sono cresciuto guardando i suoi film, e avrei potuto sentirmi intimidito se lui si fosse comportato come la grande star arrivata sul set. E ovviamente lui non lo ha mai fatto.

E a proposito del nuovo film, Minority Report?
Beh, ho avuto l'opportunità di lavorare accanto a Tom Cruise. Sfortunatamente non ho girato alcuna scena con Samantha Morton, il che è un peccato, perchè è davvero un'attrice eccezionale.



Ti sei sentito in dovere di dimostrare qualcosa, quando sei andato sul set e ti sei trovato di fronte Tom Cruise e Steven Speilberg?
Credo che questa sensazione sia presente in ogni tipo di lavoro. Ma io devo dimostrare molto più che agli altri. Quando il tuo sogno si avvera e lavori a fianco di persone di quel calibro, impari ben presto a fare i compiti, ad imparare tute le battute e a dare il meglio.

Parlando di leggende, come è stato lavorare con Al Pacino?
Ecco, quello è stato uno dei momenti in cui mi sono sentito più intimidito che mai. Sono uscito a cena con lui tre ore prima di iniziare le riprese, e abbiamo parlato di cazzate. Ma sai, sono esseri umani anche loro, se li tagli, sanguinano come tutti noi. Anche se riconosco che conoscere tutte queste leggende è un'esperienza fantastica.

Porti sempre Dublino nel cuore?
Beh, ho ancora molti amici là. E mia madre è sempre mia madre. Ogni volta che finisco un film, salgo sul primo aereo e torno a casa. Mi rilasso, recupero il ritmo. Tutto ciò che mi circonda è pura follia al momento, ma sono fortunato perchè per ora non ne sento la pressione.






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